A volte basta un semplice sguardo per capirsi e capire. Non servono grandi imprese, né tesi o studi di grandi luminari né tantomeno ricerche enciclopediche in chissà quale parte del mondo. Accade. E basta. Ha un così dolce suono la parola “accade”. Oserei parlare di magia: accarezza l’udito nonostante le doppie “c”. Ti getti a capofitto in un’esperienza e ti capita di incontrare. Accadere ed incontrare. E così ti rendi conto che non puoi far altro che pensare ad un suo sorriso, a come imbarazzata guarda altrove per non incrociare i tuoi occhi mentre rincorrono i suoi in ogni leggero spostamento, il suo toccarsi i capelli e spostarli dal viso che scoppia d’improvviso in tutto il suo splendore. Pensi a quando indossa gli occhiali, neri, doppi e a quanto la rendano ancora più affascinante. Bene: questo è il capitolo 1. Avrei proprio ora, in questo preciso momento, voglia di vederti sorridere di fronte a me. E se il capitolo due è il tuo continuare a ripetermi di fare il serio. Io imperterrito passo al terzo.
Accadere ed incontrare. Lasciano il tempo che trovano quando iniziano a complottare. Complicatamente complottano ma non predisponendo alcuna truffa, né inganno, né efferatezza. Semplicemente complottano nella complicità. Due anime complici che si parlano, che avrebbero una gran voglia di stare insieme, che potenzialmente potrebbero essere un concentrato di perfetta indissolubilità di interessi, passioni, sguardi, sorrisi e carezze. Ed invece si allontanano per non far soffrire. Soffrono loro per non far soffrire. Chiudono l’attrazione in segreto nel loro cuore e continuano a vivere. Anzi a sopravvivere. Accadere, incontrare, complottare… vivere. Vivere. Vivere.